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12 Novembre 2015

Tecnologia innovativa per ridurre l'inquinamento navale promossa da Exalto e Green Engineers

Green Engineers ed Exalto Energy & Innovation promuovono una soluzione alternativa per ridurre le emissioni inquinanti nei porti

Per limitare le emissioni provenienti dai fumaioli delle navi ormeggiate in porto è oggi disponibile una tecnologie tutta italiana alternativa al ‘tradizionale’ cold ironing. Il SETH (Ships Emissions Treatment in Harbours), brevettato dalla società d’ingegneria Green Engineers e da Exalto Energy & Innovation, è un sistema semplice come una marmitta catalitica che si posiziona sulle ciminiere delle navi consentendo un abbattimento delle emissioni grazie a una depurazione dei fumi che arriva fino al 97-99% per tutti gli inquinanti: il particolato diesel (PM), gli ossidi di zolfo (SOx) e di azoto (NOx), il carbonio organico volatile (VOC), i metalli pesanti incluso il mercurio, le diossine e i furani.

A descriverne nel dettaglio le caratteristiche è Massimo Grioni, ingegnere che ha fatto parte del team di progettazione di questo sistema che, dicono, “non è in competizione con il cold ironing, ma, piuttosto, è un valido complemento coprendo tutte le unità navali sprovviste degli opportuni impianti necessari per ricevere energia dalla banchina che per l’armatore avrebbero un costo che varia dai 300 mila fino a 1 milione di euro”.

Il sistema SETH può essere disponibile nel giro di pochi mesi e verrebbe installato in banchina o a bordo di chiatte; questa seconda opzione chiaramente consente di risparmiare spazi preziosi in banchina utilizzando dal mare il bordo libero delle navi.

Il suo inventore elenca in questo modo i punti a favore di SETH rispetto al cold ironing o ad altri sistemi alternativi: investimenti di gran lunga inferiori per ordini di grandezza a qualsiasi altra configurazione (cold ironing o impiego di marine gasoil), non occorre nessun retrofit a bordo delle navi, nessuna modifica infrastrutturale o di qualsiasi altro genere alla banchina o alle strutture del porto, tempi di collegamento e rilascio della nave al sistema SETH nell’ordine dei 20 minuti, cattura di tutti i fumi provenienti dalla nave (inclusi quelli del boiler) e infine la possibilità per gli armatori, in base a una clausola della 2012/33/EC, di continuare a impiegare HFO (Heavy Fuel Oil) invece di LSMGO (Low Sulfur Marine Gas Oil con Zolfo ≤ 0.1% in peso) anche durante le soste in porto. Altri vantaggi importanti del sistema SETH sarebbero i pochi mesi necessari per realizzarlo e, se installato su una chiatta, la mancanza di autorizzazioni da chiedere per la costruzione dell’impianto. Grioni aggiunge poi che SETH permette a tutti gli enti coinvolti di ottenere benefici al suo impiego: “Agli armatori perché l’applicazione di SETH consente loro di rispettare la legge risparmiando l’extra-costo tra LSMGO e HFO, le società di servizi portuali potrebbero estendere la gamma di attività offerte alle navi, le autorità locali che vedono affermata la legalità e la piena applicazione di una legge dello Stato e dell’UE, la società civile che avrà il beneficio di vedere neutralizzato fino al 99% dell’inquinamento atmosferico attribuito alle emissioni navali nei porti. I riferimenti normativi cui Grioni fa riferimento per i porti italiani sono la Direttiva europea 2012/33/EU e il conseguente Decreto legislativo n.112 del 16 luglio 2014 che impone l’uso di LSMGO per tutte le navi che ormeggiano in banchina. Grioni rileva però che “è una legge che finora non è stata perlopiù osservata, pur prevedendo sanzioni civili e penali a carico dei trasgressori. Ma l’attenzione di Capitanerie responsabili per i controlli a bordo e delle Autorità Portuali che devono comminare sanzioni è oggi molto più alta, essendo molto più alta l’attenzione della società civile al problema dell’inquinamento urbano”.

Nicola Capuzzo

Tecnologia innovativa per ridurre l'inquinamento navale promossa da Exalto e Green Engineers